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Il fenomeno della liquefazione
1.1. Definizione
1.2. Le condizioni di liquefazione e le evidenze di laboratorio
1.3. Un riepilogo del comportamento di una sabbia satura in condizioni non
drenate
1.4. La relazione tra la mobilità ciclica (o liquefazione), e resistenza alla
penetrazione incontrata nelle prove in situ
1.5. Il fenomeno della
liquefazione in Italia
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Suscettibilità alla liquefazione: una valutazione oggettiva
2.1. Introduzione
2.2. Suscettibilità a livello di deposito
2.2.1. Fst (fattore storico)
2.2.2. Fgeo (fattore geologico)
2.2.3. Fattore di composizione (Fcomp)
2.2.4. Fattore idrologico (Ff)
2.3. Suscettibilità a livello di strato
2.3.1. I criteri seguiti fino al 2000
2.3.2. Gli studi di Boulanger e Idriss (2005)
2.3.3. Gli studi di Bray e Sancio (2006)
2.3.4. La scuola dell’Università di Ankara (Turchia, 2005-2010): gli studi
probabilistici
2.4. Applicazione della prova CPTU alla valutazione della suscettibilità
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La valutazione della liquefacibilità – I metodi basati sullo stato tensionale
dalle prove in sito (o metodi semplificati)
3.1. La determinazione di CSR
3.2. I metodi basati sulla prova SPT
3.5.5.3. I metodi probabilistici sviluppati dalla scuola orientale – scuola di
Taiwan
3.5.5.4. I metodi probabilistici sviluppati dalla scuola orientale – la scuola
iraniana
3.5.5.5. Osservazioni
3.5.5.6. Una metodologia per il calcolo della probabilità di liquefazione
3.6. I metodi basati sulla prova DMT
3.7. La valutazione della liquefacibilità dalla misurazione delle onde di taglio
Vs
3.7.1. L’utilizzo della velocità delle onde sismiche di taglio Vs.
3.7.2. Valutazione della liquefacibilità dalle prove geofisiche
3.7.2.1. Probabilità di liquefazione
3.7.2.2. Il coefficiente Kt
3.7.3. Valutazione della liquefacibilità da prove di laboratorio
3.7.3.1. Conversione di CRR ottenuto da prove triassiali al valore di CRR in
sito
3.7.3.2. La soluzione per sabbie quarzose
3.7.4. Un metodo semplificato di valutazione della liquefacibilità
3.7.4.1. Esempio di applicazione
3.7.4.2. Osservazioni
3.8. Indice del potenziale di liquefazione
3.8.1. La probabilità di danno da LPI su base probabilistica
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La valutazione della liquefacibilità – L’approccio basato sulla deformazione
ciclica
4.1. L’approccio della deformazione ciclica
4.2. Il livello di deformazione nel terreno
4.3. Le soglie di deformazione
4.4. Lo sviluppo delle
pressione interstiziale
4.4.1. La soluzione di Seed e Booker
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La valutazione della liquefacibilità – I metodi basati sull’energia
sviluppata dal sisma
5.1. Metodi basati su serie storiche
5.2. Metodi basati sull’energia
5.2.1. Metodo di Davis e Berrill (1982)
5.2.2. Metodo di Berrill e Davis (1985)
5.2.3. Metodo di Law, Cao e He (1990)
5.2.4. Metodo di Trifunac (1995)
5.2.5. L’intensità Arias – metodo di Kayen e Mitchell (1997)
5.2.5.1. L’intensità Arias dalla formulazione di Travasarou et al. (2002)
5.2.5.2. L’intensità Arias dalla formulazione di Lee et al. (2012)
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Cedimenti dovuti al sisma
6.1. Deformazioni dovute alla liquefazione ciclica
6.2. Cedimenti dovuti alla mobilità ciclica
6.2.1. Metodo di Tokimatsu e Seed (1987)
6.2.2. Metodo di Ishihara e Yoshimine (1992)
6.2.3. Metodo di Shamoto et al. (1988)
6.2.4. Metodo di Wu e Seed (2004)
6.2.5. La deformazione volumetrica limite
6.2.5.1. Per la relazione di Tokimatsu e Seed
6.2.5.2. Per la relazione di Ishihara e Yoshmine
6.2.5.3. Per la relazione di Shamoto et al.
6.2.5.4. Per la relazione di Wu e Seed
6.2.6. Raffronto tra i cedimenti calcolati
6.2.7. Il metodo probabilistico di Cetin et al. (2009)
6.2.7.1. Raffronti fra
cedimenti misurati con i metodi deterministici e il cedimento probabilistico
di Cetin
6.2.8. Procedure di calcolo della deformazione volumetrica da prove CPT e dalla
velocità delle onde sismiche di taglio Vs
6.2.8.1. Dalla prova CPT (Zhang et al., 2002)
6.2.8.2. Dalla determinazione di Vs (Yi, 2010).
6.3. Cedimento del terreno non saturo (compressione volumetrica)
6.3.1. La soluzione di Tokimatsu e Seed (1987)
6.3.2. La soluzione di Pradel
6.3.3. Procedure basate sulla prova CPT
6.3.4. Una procedura basata sulla velocità delle onde sismiche di taglio Vs
6.4. Cedimenti di rilevati in sisma
6.5. Normativa
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Deformazioni laterali (Lateral spreading)
7.1. Introduzione
7.2. Previsione dell’entità dello spostamento orizzontale
7.2.1. Il modello di Hamada et al. (1986)
7.2.2. Il modello di Youd et al. (2002)
7.2.3. Il modello di Kanibir (2003)
7.2.4. Il modello di Zhang et al. (2004)
7.2.5. Il modello di Kramer e Baska (2006)
7.2.6. Il modello di Idriss e Boulanger (2008)
7.2.7. Il modello basato sul principio dell’energia potenziale minima
7.2.8. Il modello probabilistico di Al Bawwab (2005)
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Resistenza residua nei terreni liquefatti
8.1. Sviluppo della valutazione della resistenza residua
8.2. Cenni sui metodi di verifica in back analysis
8.3. La resistenza post-liquefazione: i modelli classici
8.3.1. Il modello di Seed (1987)
8.3.2. Il metodo di Idriss (1998)
8.4. I modelli basati sulla resistenza al taglio residua normalizzata
8.4.1. Il modello di Stark e Mesri (1987)
8.4.2. Il metodo di Olson e Stark (2002)
8.4.3. Il modello di Idriss e Boulanger (2007)
8.4.4. Il modello ibrido di Kramer e Wang (2009)
8.4.5. Il modello di Robertson (2010)
8.5. I metodi probabilistici
8.5.1. Lo studio di Lumbantoruan (2005)
8.5.2. I modelli di Gutierrez et al. (2007)
8.5.2.1. Osservazioni al metodo di Gutierrez et al.
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Liquefazione e normativa italiana a cura del dott. geol. Antonio Giulio
Cosentino che si ringrazia per la preziosa collaborazione a cura del dott. G.A.
Cosentino
9.1. Riferimenti normativi
9.2. Magnitudo
9.3. Scale di magnitudo
9.4. Magnitudo locale
9.5. Magnitudo per le onde di superficie
9.6. Magnitudo per le onde di volume
9.7. Magnitudo momento
9.8. Magnitudo durata
9.9. Relazioni tra i diversi
tipi di magnitudo
9.10. Energia e magnitudo
9.11. Scelta della magnitudo da utilizzare nelle verifiche a liquefazione
9.11.1. Esempio 1
9.11.2. Esempio 2
9.12. Bibliografia